Fioriscono, sul territorio massese, le panchine rosse, simbolo della lotta contro la violenza di genere, nate dal progetto che le associazioni Insieme, Eventi sul Frigido e Rete antiviolenza Massa stanno portando avanti sul territorio. Domenica 22 è stata inaugurata la settima panchina rossa a Bargana, frazione nel comune di Massa, che ha richiamato numerose persone.
“Dopo Bergiola – ha detto il presidente dell’associazione pubblica assistenza Bergiola Maggiore e Bargana, Simone Bertelà – abbiamo voluto mettere la panchina rossa anche a Bargana, su richiesta della popolazione residente. E così ci siamo rivolti ad Angela Maria Fruzzetti, che segue il progetto, e a Daniele Tarantino. La panchina è stata collocata lungo il sentiero, molto praticato, che da Bargana porta a Bergiola. Ringrazio Tarantino e le associazioni che seguono questo lodevole e importante progetto”.
La panchina rossa è un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e durante l’inaugurazione non è mancato un riferimento al conflitto afgano e alle donne che comunque sono la fascia più a rischio. Ha tagliato il nastro Maria Elena Gorini, insieme a una residente di Bargana. Sulla panchina è stata posta una targa con una breve poesia di Fruzzetti, molto apprezzata anche dalla delegata della montagna Giorgia Garau, che ha raggiunto i residenti unendosi a quella che è stata una giornata di festa. Il progetto Panchina rossa – no alla violenza è partito con Castagnetola, su iniziativa di Sonia Barosi, e ha raggiunto diverse tappe: Bergiola e Bargana, Pariana, Bagno Tassi, Monte di Pasta, parco di Ricortola. Sono previste nuove panchine da collocare sul territorio, sempre su richiesta di associazioni o Pro Loco.
“La panchina rossa è come un semaforo rosso: ci si ferma, si riflette per cercare di capire il motivo di quell’opera – ha detto Angela Maria Fruzzetti –. La cronaca purtroppo non conforta. I femminicidi non si fermano e la lotta contro la violenza deve essere ancora più forte, da parte di donne e uomini. Mai arrendersi. Si spera, un giorno, che la panchina rossa possa diventare solo il ricordo di un triste e infelice periodo storico”.