Di alcuni le tracce sono quasi completamente perdute, a volte rimaste solo nella toponomastica dei luoghi, di altri sono, invece, ben evidenti e permettono di estendere la definizione abitualmente attribuita alla Lunigiana, terra di castelli anche alla città di Carrara.
Esisterebbe, infatti, un percorso sul territorio del comune, che si snodava, in epoca tardo medievale, su ben sette castelli distribuiti nella valle del fiume Carrione o nelle immediate adiacenze. Le ragioni della presenza di un numero consistente di manieri e di rocche fortificate sono, con ogni probabilità, le stesse che spiegano la presenza di oltre 120 castelli nel territorio della Lunigiana: innanzitutto l’alta Toscana, Massa Carrara e Lunigiana, erano terre di grande importanza strategica perché poste alla confluenza delle principali direttrici medievali che da Roma raggiungevano la Francia e il nord Italia. Sul suolo apuano, sotto quelle incredibili montagne bianche di marmo, passava la via Francigena e con essa migliaia di pellegrini diretti a Roma, ma ci passavano anche le merci e i soldati diretti a Genova e quelli che andavano oltre l’appennino Tosco-Emiliano. Il territorio era ricco di alture, era, cioè, l’ideale per costruirvi torri e castelli di presidio che tenessero d’occhio il traffico sulla pianura costiera o nelle vallate della Lunigiana. Inoltre, su tutto il comprensorio apuano regnavano i vari rami della casata dei Malaspina che non prevedevano, nelle loro successioni, il diritto giuridico del “Maggiorasco”, cioè il principio di indivisibilità del patrimonio che, per garantirne l’integrità, veniva ereditato interamente dal figlio maschio più grande. Restando fedeli alle loro origini longobarde, i Malaspina assicuravano un feudo a ogni figlio maschio, parcellizzando in continuazione il territorio su cui governavano. Ogni nuovo signore, ovviamente, provvedeva a costruire il proprio castello a difesa e controllo del territorio ereditato, dando così origine a una vera e propria selva di castelli nella quale, anche Carrara, sembrerebbe avere la sua parte.
Accanto all’integro e notissimo castello dei Malaspina, nel pieno centro cittadino, dal ‘700 sede dell’Accademia di Belle Arti, nella mappa dei castelli di Carrara va annoverato il castello di Avenza, che era di notevoli dimensioni e di grande importanza strategica, del quale oggi è rimasta solo la Torre di Castruccio Castracani.
Seguendo il corso del fiume Carrione a ritroso verso la sorgente, poco più a nord di Avenza c’era il castello di Moneta, sulle colline che dominavano Fossola, dalle quali era possibile controllare gli spostamenti di merci e persone sin dalla foce del Magra.
Del castello di Moneta, la cui prima attestazione è nel codice Pallavicino del 1035, restano ruderi ancora abbastanza ben conservati che testimoniano la vitalità dell’antico borgo medievale. Sicuramente meno nota ai contemporanei è l’esistenza del castello di Ficola, un po’ più verso monti rispetto a Moneta. Anche la rocca di Ficola era nata come fortificazione già in epoca medievale, ma le prime notizie certe della sua esistenza risalgono al ‘500 e sono contenute in una lettera di Alberico Cybo -Malaspina nella quale vengono elencate alcune località del territorio di Carrara, tra cui anche il Castello di Ficola, definito come “castello antico mezzo disfatto”.
I due castelli di Moneta e di Ficola, costruiti su colline opposte rispetto al corso del fiume, costituivano una sorta di passaggio controllato della via di accesso alla città che aveva nel castello di Campiglia il suo terzo fondamentale presidio. Sulle sponde del Carrione, in località Campiglia, l’area che oggi va dalla via Carriona al viale XX Settembre sopra Fossola, esisteva già dal 1151 il Castrum de Campilia, una fortificazione probabilmente ancora più antica, posta a difesa del feudo di Carrara. Un po’ più distante rispetto a questo concentramento di strutture di difesa, a metà strada tra le città di Carrara e di Massa sulle colline del Candia, c’era un altro insediamento fortificato di cui restano vaghe tracce sul monte Libero. Gli studi recentissimi riconducono la fortificazione a presidi risalenti alle guerre tra Longobardi e Bizantini per il controllo dell’Italia centrale.
Continuando il cammino verso le Alpi Apuane, dopo il castello dei Malaspina nel centro cittadino, si incontra, sulle colline della cintura di Carrara, il castello di Bedizzano che, per i Malaspina era un luogo di villeggiatura per sfuggire al caldo estivo della pianura, ma che, in origine, era nato, anch’esso, come struttura di difesa comprendente un borgo con casa torre, porta carraia e cinta merlate, come appaiono in un’illustrazione del ‘600.
L’ultimo e il più alto dei castelli carraresi è quello che lasciato tracce della sua esistenza solo nel nome del luogo in cui sorgeva: Castelpoggio, che doveva essere il punto più elevato dell’agglomerato urbano, in posizione particolarmente privilegiata per controllare i traffici provenienti dalla Lunigiana.