Colle di casa: così i pastori chiamavano la cima del monte in cui si trovavano le capanne di legno in cui abitavano intorno al ‘700, nell’alto medioevo. Scendevano con le loro greggi al piano per farle pascolare e la sera tornavano al Colle di casa, la collina di 730 metri d’altezza, sulla quale sorse il paese di Gorfigliano in Garfagnana.
Le capanne divennero di pietra intorno all’anno mille e, nel secolo successivo, i Longobardi cominciarono a costruire le mura fortificate e la torre del castello. Il primo vero nucleo abitato si formò intorno al castello che gli abitanti, per l’abitudine ereditata dai loro antenati, continuarono a chiamare casa. Dentro al castello c’era anche una chiesa: la prima testimonianza della sua esistenza si colloca intorno al XIII secolo, ma la sua costruzione era molto più antica, forse coeva col castello stesso. Nel corso del 1500 gli abitanti di Gorfigliano arrivarono ad essere 450 e non poterono più entrare tutti nella chiesetta del castello che, in breve tempo, venne abbandonata a favore del più ampio oratorio di Sant’Antonio a Capanne.
La chiesa del castello cominciò a deteriorarsi: nessuna funzione vi veniva più celebrata, ma poiché gli abitanti del luogo non smettevano di frequentarla, venne ristrutturata. Con l’andare dei secoli, il castello perse la sua funzione di presidio mentre la chiesetta continuò ad essere amata dai residenti tanto che, nel ‘700, si pensò di trasformare l’antico mastio del castello nel campanile che mancava alla chiesa.
I fedeli di Gorfigliano continuarono a frequentare la chiesetta fino al 1920 quando il terremoto la danneggiò gravemente. Si decise allora di trasferire tutto il borgo nella pianura sottostante e di costruire una nuova chiesa dedicata ai santi Antonio e Clemente, patroni del paese. Nella nuova chiesa vennero trasportati gli arredi della chiesetta del castello: sette altari di pietra e una statua di legno.
Nel 1928 la casa, chiesa-castello del colle, venne definitivamente chiusa e abbandonata al suo destino, ma la sua storia era tutt’altro che finita. Nel 1983 il parroco di Gorfigliano, don Alberto Bartolomei, decise di recuperare l’antica chiesa del castello, il cui tetto era crollato e che era invasa dalla vegetazione. Iniziò a lavorare lui stesso, aiutato da quattro paesani, tra i quali c’era Olinto Cammelli, che presto si appassionò al progetto fino a diventarne il principale promotore. Il gruppo di restauratori si allargò, ma potendo lavorare solo nei fine settimana, il recupero della chiesa e poi dell’intero borgo antico richiese circa 28 anni. Il risultato fu sorprendente: tutto il borgo antico è oggi visitabile e grazie alla presenza di molte botole di vetro è possibile ammirare anche le strutture originarie.
A sancire il valore e l’antichità delle strutture recuperate fu uno studio archeologico svolto nel 1999 dal professor Juan Antonio Quiros Castillo. Nel corso dei lunghissimi lavori di restauro della chiesa e del castello, Olinto Cammelli raccolse un migliaio di macchinari e di oggetti della cultura materiale della Garfagnana. Alla sua morte, la moglie, donò tutta la collezione all’associazione Paese Vecchio di Gorfigliano che decise di creare il museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana “Olimpio Cammelli” Gorfigliano.
Al Colle di casa, cioè all’antico paese di Gorfignano, si arriva per mezzo di una ripida, ma breve salita che si trova alla fine del sentiero che sale dal lago artificiale di Gramolazzo. Il percorso offre una suggestiva vista panoramica sul lago e sui boschi di cerro, di faggio e di castagno.
© Foto e percorso di Cristina Maioglio