• Sab. Nov 23rd, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Carrara: una cerimonia in ricordo del sacrificio di Giuseppe Taliercio

DiDiari Toscani

Giu 29, 2021

La cerimonia commemorativa si terrà domenica 4 luglio alle ore 10.30, in Largo Giuseppe Taliercio a Marina di Carrara in occasione del 40° anniversario della morte dell’ingegnere Giuseppe Taliercio.

La manifestazione, promossa dall’amministrazione comunale, sarà aperta dai saluti del sindaco Francesco De Pasquale e delle altre autorità presenti: di seguito gli interventi di Marco Leorin presidente dell’Azione Cattolica Diocesana e del figlio dell’ingegnere Taliercio, Cesare. Al termine nella chiesa della Sacra Famiglia, la celebrazione della Santa Messa, officiata dal vescovo della diocesi di Massa, Carrara, Pontremoli, monsignor Gianni Ambrosio.

L’iniziativa vuole ricordare la figura di Giuseppe Taliercio, ingegnere e dirigente del petrolchimico Montedison di Porto Marghera, ucciso a 53 anni dalle Brigate Rosse, il 5 luglio 1981, dopo un sequestro durato 46 giorni.
Nato e vissuto, durante gli anni della giovinezza, a Carrara dove ha concluso il suo percorso scolastico al liceo scientifico Guglielmo Marconi, laureandosi poi in ingegneria all’università di Pisa. Taliercio ha frequentato la vita parrocchiale, entrando in contatto con l’Azione Cattolica, formandosi verso una fede adulta, che lo ha spinto a vivere, sia lo studio che poi il lavoro, sempre intesi come servizio verso il prossimo. Le testimonianze di collaboratori, familiari e amici ne ricordano l’enorme spessore di dirigente attento e sollecito verso le necessità dei propri operai. La stessa colonna veneta delle Brigate Rosse, che lo prelevò nella sua abitazione, davanti alla moglie Gabriella e ai cinque figli, e che poi lo uccise, riconobbe l’errore e, attraverso la propria illogica azione, ne ha involontariamente esaltato la testimonianza sociale e cristiana.

Il 19 marzo 1982 Giuseppe Taliercio è stato insignito postumo della medaglia d’oro al valor civile con la seguente motivazione: “Direttore di uno stabilimento industriale, esercitava il suo incarico con profondo senso morale, onestà intellettuale e rigorosa coerenza, sempre a difesa delle istituzioni democratiche. Sequestrato da appartenenti a forze eversive non desisteva dal suo atteggiamento coraggioso e fiero e, barbaramente seviziato, veniva trucidato dai suoi carcerieri sacrificando la vita ai più alti ideali di libertà e di giustizia“.
Il funerale venne celebrato nella chiesa parrocchiale di Marina di Carrara alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini.  
La città di Carrara, dove riposa nel cimitero di Turigliano, vuole ricordare il suo esempio a 40 anni dalla morte, proponendolo come testimone di resistenza alla violenza e alle crudeli azioni del terrorismo, oltre che come esempio di uomo al servizio della propria comunità.

Sempre nell’ambito delle celebrazioni per il 40° anniversario dalla scomparsa dell’ingegnere, l’Azione Cattolica diocesana, con il patrocinio del comune di Carrara, sabato 3 luglio, alle ore 21, nel giardino di Casa Pellini ad Avenza, presenterà il libro del giornalista Pierluigi Vito, dal titolo I prigionieri (Augh! Edizioni); alla serata, coordinata dal giornalista e scrittore Giampaolo Simi, parteciperà anche il giuslavorista professor Pietro Ichino.
Il romanzo si pone sulle tracce dei brigatisti per respirare tutto il dramma di un’azione che determinerà la spaccatura della Colonna Veneta delle BR. Oltre al prigioniero, che lotta contro la solitudine e la disperazione immaginando di scrivere lettere all’amata moglie, su tutti spiccano due personaggi: Emilio, uno dei membri dell’esecutivo brigatista, rincorso dal fantasma di un amore infranto, e Marcello, il membro più anziano della Colonna, il primo a mettersi in discussione circa l’inutilità di tutta l’operazione.
La storia narrata da Pierluigi Vito trascina il lettore nell’Italia insanguinata dalla violenza del terrorismo, per far riemergere una vicenda tra le più strazianti e meno ricordate degli anni di piombo.
Pierluigi Vito, giornalista professionista, lavora dal 2003 al tg e alle rubriche culturali di TV2000, è autore di documentari, inchieste, racconti, romanzi.