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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Sant’Isidoro Agricola: un’edicola in marmo su un portale a Bonascola

DiLuigi Giovanelli

Giu 23, 2021

È il santo protettore di Moneta. A lui era dedicata la chiesa dell’antico borgo medievale oggi ormai disabitato. All’interno della chiesa di Fossola, frazione di Carrara in cui confluirono gli abitanti di Moneta, quando abbandonarono il borgo arroccato sulla vetta della collina, c’è un altare dedicato a Sant’Isidoro. E poi c’è un’edicola in marmo, sicuramente di datazione assai antica che si trova a Bonascola, oggi popolosa frazione del comune di Carrara, che al tempo in cui il borgo di Moneta festeggiava il suo patrono, era solo una distesa di campi e di piccole colline. Non è strano, tuttavia, che un’effige di Sant’Isidoro, santo spagnolo che mai mise piede in Italia, si trovi in una zona non vicinissima al borgo di Moneta. Il piccolo centro urbano era stato costruito, secondo l’ottica medievale, su un’altura piuttosto inerpicata per favorire la protezione da eventuali attacchi nemici, ma l’economia degli abitanti fu, per secoli, esclusivamente rurale. Non potendo praticare l’agricoltura sulle pendici scoscese della collina su cui sorgeva Moneta, gli abitanti scendevano nella piana sottostante, dove oggi c’è Fossola, arrivando fino alla fertile zona di Bonascola. 

Il Sant’Isidoro Agricola del bassorilievo di Bonascola è il simbolo del trionfo del cristianesimo sul paganesimo nel mondo contadino. La formella raffigura il santo molto giovane, nel fiore del suo vigore, con gli abiti strettamente raccolti tipici di chi lavorava la terra. Nella mano sinistra ha una robusta asta e con la destra sembra accennare all’ampio spazio dei campi da lavorare che lo circondano. L’area agreste di Bonascola era sicuramente sotto l’influenza di Moneta che, in qualche modo, coordinava il lavoro agricolo su tutta la zona circostante diffondendo usi, tradizioni e culti. Sant’Isidoro era un contadino di Madrid, vissuto nell’XI secolo che dedicò tutta la vita al lavoro della terra e alla preghiera. Il prodigio dell’acqua sgorgata miracolosamente in un pozzo che favorì il salvataggio di un bambino che vi era caduto dentro, è il più celebre dei miracoli che gli vennero attribuiti e che permisero la sua canonizzazione avvenuta nel 1622. Sant’Isidoro, pur non essendo mai stato in Italia è venerato in diversi comuni italiani. Il suo culto, a Moneta e a Fossola, è sopravvissuto per secoli ai cambiamenti storici, amministrativi e sociali che si sono susseguiti e fino alla metà del ‘900, nel giorno della festa del Santo, una processione risaliva fino alle rovine del borgo per celebrare il suo antico patrono.

Tuttavia la presenza di Sant’Isidoro su un’edicola del territorio carrarese è quasi un unicum, per l’assai più diffuso culto della figura di Maria che trovò espressione in moltissime formelle poste a protezione delle porte delle case. Le edicole sacre erano considerate una forma di espressione artistica definita minore. Nate nel mondo pagano vennero recuperate dal culto cristiano mantenendo intatto il loro valore propiziatorio.

A Carrara abbondano le edicole, tutte in marmo, ovviamente, che si trovano un po’ ovunque lungo le strade, agli incroci, murate nei muri delle case o sui muri di cinta. La maggior parte di queste risale al XVII secolo. Spesso venivano commissionate agli artigiani dagli abitanti di un luogo o da qualche committente benestante, tanto da diventare una componente importante nella produzione dei vari laboratori in cui si lavorava il marmo. In ogni caso erano il simbolo del sentimento magico-religioso popolare.