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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Monte Forato, dove il sole tramonta due volte

DiVinicia Tesconi

Giu 18, 2021

Sta esattamente in mezzo, tra la Versilia e la Garfagnana, offrendo un fianco, e una vista suggestiva, ad ognuna delle due zone della lucchesia: il Monte Forato è una cima delle Alpi Apuane famosa per l’insolito arco roccioso naturale che collega le sue due vette. È la montagna dietro alla quale, in alcuni giorni dell’anno, il sole tramonta due volte.

Il privilegio del doppio tramonto è riservato solo ai paesi della Garfagnana che possono ammirare il sole mentre scende dietro la prima vetta del Forato e che poco dopo riappare per alcuni secondi attraverso il buco, prima di scomparire definitivamente dietro la seconda vetta. Una rara meraviglia della natura intrisa di leggenda e di misticismo.

Secondo le ricerche geologiche, l’arco di rocce calcaree del Monte Forato, che amministrativamente si trova nel comune di Stazzema, in Versilia, si è formato per effetto dell’erosione dell’acqua e del vento oltre 220 milioni di anni fa. Il foro ha un’altezza di 12 metri ed è costituito da rocce che hanno otto metri di spessore. Le due vette collegate dall’arco stanno a 1230 e 1204 metri sul livello del mare mentre l’arco si trova a circa 25 metri sopra il passo chiamato appunto “dell’arco”.

Diversi sono i nomi con cui è indicato: Monte Penna, Pania forata, Monte Forato. Un tale prodigio geologico non poteva contentarsi di meri dati scientifici. La magia palpabile creata dalla luce che passa attraverso l’arco del Forato ha scatenato fantasie ormai vecchie di secoli ma, non per questo, meno suggestive.

La leggenda chiama in causa il demonio, che, tutto sommato, nella zona della Garfagnana, deve essere stato abbastanza di casa, data la presenza nel comune di Borgo a Mozzano del celebre “Ponte del diavolo”, e attribuisce alla sua furia la creazione del foro. Un diavolo sconfitto dalla calma imperturbabile di un santo: San Pellegrino, colpevole di voler mettere una croce di faggio sulla cima del monte. Per impedire il progetto del santo, il demonio se ne inventa di tutti i colori: si trasforma in drago che esala respiri di fuoco e poi in una giovane e provocante ragazza determinata a sedurre San Pellegrino, ma tutte le volte fa cilecca. Alla fine Satana decide di presentarsi davanti al santo in tutto il suo orrore, ma anche in questo caso, non ottenendo reazioni da San Pellegrino, è costretto a colpirlo con un violento schiaffo, nell’estremo tentativo di spaventarlo e farlo desistere dal porre la croce sul monte. Lo schiaffo del diavolo in effetti scosse San Pellegrino, ma la reazione che ebbe, forse, il demonio non l’aveva proprio prevista: il santo restituì lo schiaffo e il “povero” diavolo, lanciato dallo sberlone del santo, sorvolò tutta la Valle del Serchio andando a sbattere contro la montagna con tale violenza da causare il buco. 

Il giro prende l’avvio da Casa Giorgini, che si raggiunge con le indicazioni sulla strada che porta a Stazzema. Da questo B&B si prende la mulattiera che sale nel bosco (sentiero CAI 6), fino ad arrivare alla Fonte di Moscoso, una fontana dove ci si può rifornire di acqua freschissima. Si continua sul sentiero principale svoltando a destra fino a giungere al valico di Foce di Petrosciana. Qui si trova l’indicazione della ferrata Renato Salvatori rispetto alla quale occorre girare a destra per il sentiero nel bosco che corre parallelo alla ferrata fino a raggiungere la base dello spettacolare arco del Forato. Da qui in pochi minuti si arriva anche la vetta Nord del Forato, dove è presente la croce dalla quale si gode un panorama splendido sulle Panie, sul Croce, sul Procinto, Nona, e sui paesi sottostanti. Il ritorno può essere fatto a ritroso lungo lo stesso percorso oppure si può scendere lungo il sentiero CAI 12 per Fornovolasco che dopo circa 40 minuti porta a Casa del Monte. Al bivio si prende a destra sentiero 131 che riporta alla Foce di Petrosciana, da dove si riprende il sentiero 6 in salita.

© Foto e percorso di Cristina Maioglio