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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Avenza, via Francigena: storia della cancellazione di una tappa storica

DiVinicia Tesconi

Mar 29, 2021

con il contributo di Pietro di Pierro

Fino all’alba del nuovo millennio il tratto della mitica via Francigena che passava per la frazione di Avenza, nel comune di Carrara, si erano perse le tracce e gran parte della memoria. Pochi ne conoscevano la storia e il tracciato che aveva in Avenza, borgo medievale, una sua tappa importante. Non a caso, pochi anni prima, l’allora presidente del consiglio Romano Prodi, parlò di una Francigena avenzina finita sotto l’asfalto. Da sotto quell’asfalto, la circoscrizione di Avenza, la seconda frazione più popolosa del comune di Carrara, con non poca fatica riuscì a far riemergere il percorso del suggestivo itinerario per restituirlo ai pellegrini, alla città e a degna memoria.
A ripercorrere le tappe del recupero della tappa di Avenza della via Francigena è lo storico locale Pietro Di Pierro: “Come circoscrizione faticammo parecchio per trovare percorsi alternativi in sicurezza, che evitassero ai pellegrini  di finire sotto ai TIR. Quando passarono i giornalisti di Radio Rai nel 2005  fu una fatica convincere le guide a evitare l’Aurelia e lo stesso problema si presentò quando qualcuno pensò di portare il percorso sul mare perché all’interno ‘non c’era niente da vedere’. Ma alla fine il percorso ufficiale prese corpo, con una parallela sotto ferrovia a ponente e un percorso collinare a levante. La suddivisione in tappe ottimali stabilì nel 2008 la tappa Aulla-Avenza  lunga 32,4 chilometri. Il contributo fondamentale a questo riconoscimento venne dato dai due giovani sacerdoti che in quel momento reggevano la parrocchia di San Pietro di Avenza: Don Marino Navalesi, che ancora oggi è il parroco di Avenza, e Don Piero Albanesi che oggi è il parroco della chiesa della Madonna del Cavatore a Bonascola. L’offerta che i due parroci proposero fu quella di un’accoglienza, inizialmente un po’ spartana, presso l’oratorio della pieve di Avenza, che presto si trasformò in un vero e proprio ostello realizzato al piano terra della Casa Castellana grazie alla donazione della famiglia Mazzi e intitolato alla memoria di Antonio Mazzi. Un ostello che da allora offre un’accoglienza povera e gratuita, cioè a donativo libero. La circoscrizione avenzina sollecitò poi la partecipazione del comune di Carrara ai Masterpal regionali per la via Francigena che portarono centinaia di migliaia di euro per opere sul cammino  come marciapiedi, fontane artistiche, aree di sosta, valorizzazione di monumenti.
Da allora è stato un crescendo esponenziale di presenze che toccò, nel giubileo straordinario del 2016, ben 1600 pernottamenti. Molte dei pellegrini di passaggio approfittavano della tappa per andare al mare o a visitare il centro storico di Carrara.
Tra i molti ospiti ci fu anche il fratello di Paolo Borsellino che usava un’agenda rossa, simile a quella famosa del fratello, come credenziale per la raccolta dei timbri lungo il percorso, e che, in seguito consegnò al Presidente della Repubblica. Indimenticabili furono poi i coniugi Cortes, giornalisti francesi free lance  che si spostavano con una carretta trainata da un asino con le tre figlie di  tre anni, due anni e di otto mesi: la pellegrina più giovane passata per Avenza. Con gli asini opportunamente ospitati nel prato sotto la rocca o nel campo sportivo dell’oratorio, si presentarono anche delle pellegrine inglesi che stavano intraprendendo il viaggio per promuovere  una campagna contro le malattie degenerative. E poi ragazzi in bicicletta, famiglie intere, anziani, bambini: una straordinaria varietà di persone che spinse la famiglia Mazzi a sostenere anche le spese per l’ampliamento dell’ostello portato a 14 posti letto e due bagni”.

I primi problemi sorsero nel 2017 quando la regione Liguria pretese di avere un punto tappa sul suo territorio e portò l’Associazione Europea delle Vie Francigene a modificare la sequenza delle tappe in: Aulla-Sarzana di 17,4 chilometri e Sarzana-Massa di 28,6. Della variazione non vennero informati né il comune di Carrara né la Parrocchia di San Pietro, ma solo la regione Toscana che accettò senza eccepire. Questo ha significato una perdita di visibilità per la tappa carrarese e una perdita nel numero dei pernottamenti scesi a 750 nel 2019. “La Pro Loco di Avenza e la Parrocchia di San Pietro – prosegue Pietro Di Pierro – il 9 Maggio 2020 hanno inoltrato un’istanza alla regione Toscana, all’A.E.V.F. e al comune di Carrara (che nel frattempo si è iscritto all’Associazione Europea delle Vie Francigene), ma ad oggi nessuno ha risposto, frustrando l’impegno e i sacrifici di una comunità. La richiesta, realistica e fattibile, è di un’opzione di tappa in cui il pellegrino possa scegliere anche la precedente divisione Aulla-Avenza e Avenza-Pietrasanta, da riportarsi sul sito e sulle guide ufficiali, oppure un’opzione breve Sarzana-Avenza per dar modo di visitare la zona archeologica di Luni. Il pretesto per la soppressione della tappa di Avenza è stato che il tratto fosse troppo lungo, ma si rileva che la tappa Pontremoli-Aulla ha la stessa estensione. Per contro si nota che i viandanti, arrivano a Sarzana intorno a mezzogiorno, quindi è la nuova tappa, semmai, che è troppo breve. Inoltre la nuova tappa Sarzana-Massa ha un’estensione superiore di Avenza-Pietrasanta della prima stesura. La conseguenza è che Carrara, la capitale mondiale del marmo di cui Avenza è il secondo centro storico, ha perso visibilità e l’opportunità di essere visitata. Inoltre i sacrifici di una comunità sono stati frustrati. Si dimentica che in questo modo è stata trascurata una mansio di Sigerico, ma anche di Nikulas e Filippo Augusto. che citano espressamente Luni. Ebbene Luni ed Avenza nel medioevo erano la stessa entità, la stessa “plebs civitatis”. Soltanto successivamente, nel 1204, il vescovo di Luni, cedette ai Canonici di San Frediano (già in possesso della pieve di Sant’Andrea di Carrara) la chiesa di San Pietro di Avenza ed il relativo borgo, costituendo l’attuale assetto del comune di Carrara. Tuttavia i vescovi considerarono sempre una  propria estensione il borgo fortificato di Avenza, come indica lo stemma trecentesco sulla facciata della chiesa di San Pietro (una mezzaluna crescente), fino alla perdita del potere temporale (1311), tant’è vero che i primi statuti del comune di Carrara, furono concessi dal vescovo di Luni, proprio nella chiesa di Avenza nel 1235 .Quindi non considerare “Avenza/Carrara” (è opportuno chiamarla così) come punto tappa, significa ignorare una delle più importanti nodalità. Sia che la si consideri come parte di Luni, sia che la si consideri come scalo marittimo di Carrara, all’incrocio dell’altra arteria che scendeva dai monti, importante via, non solo per i marmi in partenza, ma per la tratta del sale verso la Val Padana (anch’essa frequentata da pellegrini nella variante appenninica dell’ ospedalaccio).
Un’altra considerazione di ordine pratico: sono stati approntati centinaia di cartelli stradali, posizionati su tutto il percorso regionale dalla Cisa a Radicofani, con una spesa consistente di fondi pubblici, in cui le tappe sono quelle della prima stesura, con Avenza al posto di Massa e che, adesso, rischiano di essere obsoleti e di provocare confusione tra i pellegrini”.

A farsi portavoce della battaglia per il ripristino della tappa di Avenza sulla Francigena è la Pro loco di Avenza che nello specifico chiede di tornare alle precedenti tappe: Aulla ad Avenza/Carrara  e da Avenza/Carrara a Pietrasanta, almeno come OPZIONE. Vale a dire che ai pellegrini sia lasciata la facoltà di scegliere se pernottare a Sarzana e Massa oppure ad Avenza e Pietrasanta. Considerandola, individualmente, come tappa lunga (Aulla-Avenza per marciatori provetti) oppure come tappa breve (Sarzana-Avenza, per pellegrini non in grado di percorrere lunghe distanze giornaliere), con facoltà di scegliere come tappe successive Massa o Pietrasanta.

Naturalmente questa opzione dovrà esse indicata sulla guida che viene pubblicata a cura della AEVF.